Le arti dell’Italia

L’Italia è stata all’avanguardia negli sviluppi artistici e intellettuali del Rinascimento, che hanno tratto il loro impulso da una rivalutazione del mondo classico greco e romano. Gli artisti e gli studiosi italiani si trovavano in una posizione particolarmente favorevole per assumere la guida di tale rinascita, poiché erano circondati dai resti materiali dell’antichità. Le precedenti forme romaniche e gotiche, sia nell’arte che nell’architettura, furono soppiantate dal Rinascimento, che sfociò in una fioritura di stili barocchi nel XVI secolo.

Arti visive

I grandi nomi dell’arte italiana attraverso i secoli costituiscono un lungo elenco che comprende, tra i tanti, Giotto, Donatello, Filippo Brunelleschi, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Tiziano, Bernini e Tiepolo. Caratterizzata in generale dal calore del colore e della luce, la pittura italiana ha goduto di una preminenza in Europa per centinaia di anni. La continua sottomissione alle potenze straniere, tuttavia, finì per indebolire il contributo artistico dell’Italia, che sprofondò nel provincialismo. I legami con l’arte europea furono rinnovati intorno al 1910 dall’opera dei futuristi, guidati dal poeta Filippo Marinetti e dai pittori Umberto Boccioni e Giacomo Balla. Al Futurismo succedettero i dipinti metafisici di Giorgio de Chirico, che influenzarono i Surrealisti fino agli anni Venti, quando iniziò a produrre tele più tradizionali. I dipinti sottili e quietisti di Giorgio Morandi gli valsero una crescente considerazione dopo la sua morte, avvenuta nel 1964. L’opera di Lucio Fontana, di origine argentina, esemplifica la ricerca della forma da parte dell’artista moderno, espressa, ad esempio, da una tela bianca squarciata da un coltello. Le aggiunte moderne alla tradizione italiana della scultura includono le opere di Giacomo Manzù, Gio Pomodoro, Marino Marini, Luciano Minguzzi, Alberto Viani, Harry Bertoia, Mirko Basaldella ed Emilio Greco. (Per ulteriori approfondimenti, si veda Pittura occidentale; Scultura occidentale).

L’Italia è leader mondiale nell’alta moda, un’industria incentrata su Milano, un paradiso per modelle, stilisti e fotografi che vengono a lavorare nelle case di Versace, Gucci, Krizia, Ferragamo, Valentino, Dolce & Gabbana, Prada e Armani, tra le tante. Anche case di design italiane come Modigliani e Alessi hanno esercitato una forte influenza.

Architettura

L’immagine tradizionale delle vecchie città italiane situate intorno a piazze ornate di fontane rimane valida in un Paese in cui le rovine dell’antichità classica possono trovarsi accanto a meraviglie edilizie moderne. Il movimento architettonico razionalista del 1926 ha prodotto uno dei più importanti architetti-ingegneri italiani del XX secolo, Pier Luigi Nervi, architetto del complesso espositivo di Torino e della sede dell’UNESCO a Parigi. Marcello Piacentini fu responsabile di gran parte dell’imponente architettura del periodo fascista, come l’area dell’Esposizione Universale di Roma (EUR) a Roma. L’architettura innovativa è rappresentata dall’Istituto Marchiondi Spagliardi di Milano, opera di Vittoriano Viganò. Altri architetti di rilievo sono Renzo Piano, noto per i suoi musei internazionali, Aldo Rossi, i cui scritti critici rivaleggiano con le sue opere costruite, e Paolo Portoghesi, che ha creato edifici pubblici dalle forme curvilinee. (Per ulteriori approfondimenti, vedi Architettura occidentale).

Letteratura

La letteratura italiana e l’italiano standard hanno origine nel dialetto toscano del XIV secolo, la lingua dei suoi tre padri fondatori, Dante, Petrarca e Giovanni Boccaccio. Il filo conduttore della letteratura ha legato questi pionieri con gli autori successivi, come lo scienziato e filosofo Galileo, il drammaturgo Carlo Goldoni, il poeta lirico Giacomo Leopardi, il romanziere romantico Alessandro Manzoni e il poeta Giosuè Carducci. Anche le donne scrittrici del Rinascimento, come Veronica Gàmbara, Vittoria Colonna e Gaspara Stampa, furono influenti nel loro tempo. Riscoperte e ripubblicate in edizioni critiche negli anni Novanta, le loro opere hanno suscitato un interesse per le scrittrici di tutte le epoche in Italia.

Dopo l’Unità d’Italia, gli scrittori cominciarono a esplorare argomenti fino ad allora considerati troppo umili per la considerazione letteraria, come la povertà e le condizioni di vita nel Mezzogiorno. Scrittori come Giovanni Verga inventarono un nuovo vocabolario per dare loro espressione. Tra le scrittrici, Grazia Deledda, sarda, vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Tuttavia, la scrittrice italiana più importante del XX secolo è stata Elsa Morante.

I temi degli scrittori del XX secolo sono molto vari. Il patriottismo fiammeggiante di Gabriele d’Annunzio nei primi decenni del secolo lasciò il posto alle preoccupazioni esistenziali di Deledda e Ugo Ojetti, che si concentrarono sugli aspetti locali della vita italiana. Il periodo fascista costrinse molti scrittori alla clandestinità, ma allo stesso tempo fornì ispirazione per le loro opere, come nel caso di Ignazio Silone e Carlo Levi. Italo Svevo e Luigi Pirandello furono i pionieri del genere letterario psicoanalitico, prima della rinascita del realismo da parte di scrittori come Elio Vittorini. Alberto Moravia scrisse della corruzione delle classi medio-alte e guadagnò notorietà per l’erotismo della sua narrativa.

Negli anni Sessanta il mondo letterario si unì al movimento di protesta contro la corruzione dello Stato e la poesia eclissò il romanzo come genere letterario principale. Pier Paolo Pasolini, poeta, critico e regista, è la figura creativa dominante del periodo. Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo hanno vinto il Premio Nobel per la poesia e Giuseppe Ungaretti ha fondato l’Ermetismo. Discepolo di quel movimento, il poeta spirituale Mario Luzi fu spesso candidato al Premio Nobel.

Per quanto riguarda la letteratura della fine del XX secolo, l’opera di Italo Calvino, Umberto Eco e Primo Levi ha riscosso un grande successo all’estero; in Italia è stata accolta con favore anche l’opera di Cesare Pavese, Carlo Emilio Gadda, Natalia Ginzburg e Leonardo Sciascia. Gli ultimi decenni del secolo hanno visto la rinascita della narrativa e del romanzo storico, insieme a nuove forme di linguaggio sperimentale e innovativo. Nel 1997 Dario Fo, drammaturgo noto per il suo stile improvvisato, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura. Tra gli scrittori attivi nei primi anni del XXI secolo, impegnati in una varietà di generi, figurano Niccolò Ammaniti, Andrea Camilleri, Antonio Tabuchi e Carlo Lucarelli. (Per ulteriori approfondimenti, vedi Letteratura italiana).

Musica d’Italia

La musica italiana è stata una delle massime espressioni di quest’arte in Europa: Il canto gregoriano, l’innovazione della notazione musicale moderna nell’XI secolo, la canzone dei trovatori, il madrigale e l’opera di Giovanni Pierluigi da Palestrina e Claudio Monteverdi fanno parte dell’orgoglioso patrimonio musicale italiano, così come compositori quali Antonio Vivaldi, Alessandro e Domenico Scarlatti, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Vincenzo Bellini.

La musica nell’Italia contemporanea, sebbene meno illustre che in passato, continua a essere importante. L’Italia ospita durante tutto l’anno numerosi festival musicali di tutti i tipi, classici, jazz e pop. In particolare, la musica pop italiana è rappresentata annualmente al Festival di San Remo. L’annuale Festival dei Due Mondi di Spoleto ha raggiunto fama mondiale. La Radiotelevisione Italiana (RAI) ha quattro orchestre e altre sono collegate ai teatri d’opera; una delle migliori è quella della Scala di Milano. I violinisti Uto Ughi e Salvatore Accardo e il pianista Maurizio Pollini hanno ottenuto fama internazionale, così come i compositori Luciano Berio, Luigi Dallapiccola e Luigi Nono.

Le produzioni contemporanee mantengono l’eminenza dell’Italia nell’opera lirica, in particolare al Teatro alla Scala di Milano, ma anche in altri teatri lirici come il San Carlo di Napoli e il Teatro La Fenice di Venezia, e nelle produzioni liriche estive annuali nell’arena romana di Verona. I tenori Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli sono stati tra i più acclamati interpreti italiani al volgere del XXI secolo. (Per ulteriori approfondimenti, vedi Musica occidentale; Opera).

Teatro

In Italia esiste un gran numero di teatri, molti dei quali a gestione privata. Alcuni teatri stabili a gestione pubblica sono finanziati dallo Stato e supervisionati dal Ministero del Turismo. Tre organizzazioni pubbliche che promuovono l’attività teatrale in Italia sono l’Ente Teatrale Italiano (ETI), l’Istituto Dramma Italiano (IDI), che si occupa della promozione del repertorio italiano, e l’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA). Nel 1990 il governo ha inasprito la legislazione in materia di ammissibilità ai finanziamenti, colpendo duramente i teatri marginali e sperimentali. I vincoli finanziari degli anni successivi hanno portato a un numero crescente di coproduzioni internazionali.

Il teatro italiano è stato attivo nella produzione di opere europee contemporanee di spicco e nella messa in scena di importanti rivisitazioni, anche se nessun drammaturgo nostrano ha prodotto opere che possano competere con quelle di Luigi Pirandello dei primi del Novecento. Alla fine del XX secolo Dario Fo ha ricevuto il plauso internazionale per il suo stile altamente improvvisato. (Per ulteriori approfondimenti, si veda Letteratura italiana; Teatro occidentale).

Film

Il periodo di massimo splendore del cinema italiano è stato negli anni Cinquanta. Il neorealismo, rappresentato al meglio dalle opere di Roberto Rossellini e Vittorio De Sica, si discosta dall’evasione favorita negli anni del dopoguerra per guardare con franchezza alle condizioni prevalenti nell’Italia del dopoguerra. Questo nuovo stile attirò l’attenzione del mondo. Cinecittà, il complesso di studi cinematografici costruito da Mussolini vicino a Roma, divenne nota come la Hollywood d’Europa. Roma divenne il centro del jet set internazionale, che frequentava i grandi alberghi e i caffè eleganti di Via Veneto, attirando una nuova razza di fotografi affamati di celebrità noti come paparazzi.

Federico Fellini ha diffuso questa immagine della capitale in film come Roma (1972) e La dolce vita (1960). Pier Paolo Pasolini, invece, ha dato uno sguardo più crudo alla malavita italiana in film come Accattone (1961; Il mendicante). Altri registi che hanno dato un contributo duraturo al cinema dell’epoca sono stati Luchino Visconti, con capolavori come Morte a Venezia (1971), i fratelli Paolo e Vittorio Taviani (La notte di San Lorenzo [1982]) e lo sceneggiatore Cesare Zavattini. Alcuni registi, come Michelangelo Antonioni, Franco Zeffirelli, Sergio Leone e Fellini, hanno avuto più successo all’estero che in patria.

Alla fine del XX secolo il cinema italiano è caduto in recessione. Tuttavia, l’Italia può ancora vantare alcuni importanti successi internazionali, tra cui L’ultimo imperatore (1987) di Bernardo Bertolucci, Cinema Paradiso (1990) di Giuseppe Tornatore, Mediterraneo (1991) di Gabriele Salvatores e Il Postino (1994) di Michael Radford. Pane e tulipani (2000) di Silvio Soldini, I cento passi (2000) e La meglio gioventù (2003) di Marco Tullio Giordana e Gomorra (2008) di Matteo Garrone sono stati ben accolti dalla critica. Altri registi di rilievo sono Gianni Amelio e Roberto Benigni, che ha vinto l’Oscar come miglior attore per un film da lui diretto, La vita è bella (1997), che ha vinto anche come miglior film straniero. I film italiani sono sempre più spesso coproduzioni di società cinematografiche e televisive. La Radiotelevisione Italiana (RAI) e la Fininvest sono attualmente i maggiori produttori cinematografici italiani, con oltre la metà della produzione cinematografica, che conta diverse centinaia di film e produzioni televisive ogni anno. Cinecittà di Roma vede ogni anno anche molte produzioni non italiane, in particolare di film che trattano temi storici; ne sono un esempio Gangs of New York (regia di Martin Scorsese, 2002), La passione di Cristo (regia di Mel Gibson, 2003) e The Life Aquatic with Steve Zissou (regia di Wes Anderson, 2004). Cinecittà, di proprietà dello Stato, è stata privatizzata nel 2008, ma è tornata in mano pubblica nel 2017. (Per ulteriori approfondimenti, si veda la voce Storia del cinema).

Istituzioni culturali

Il patrimonio culturale italiano è una presenza ineludibile. Il sud e il centro abbondano di vestigia della civiltà greca ed etrusca, mentre consistenti resti romani sono visibili in tutta la penisola. Gli esempi più significativi sono le antiche città romane di Pompei ed Ercolano, vicino a Napoli, e i resti della stessa Roma. Un’infinità di monumenti, chiese e palazzi testimoniano il passato culturale dell’Italia e il contenuto dei suoi musei e gallerie conta più di 35 milioni di pezzi. L’Italia ha anche più di 700 istituti culturali, oltre 300 teatri e circa 6.000 biblioteche, che ospitano oltre 100 milioni di libri.

In Italia ci sono decine di luoghi storici designati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) come Patrimonio dell’Umanità. Tra i luoghi ufficialmente segnalati vi sono i centri storici di Ferrara, Pienza, San Gimignano, Siena e Urbino; i siti archeologici di Agrigento, Aquileia e Valcamonica; l’intera Costiera Amalfitana e le Isole Eolie. Successivamente sono stati aggiunti alla Lista del Patrimonio Mondiale le Dolomiti, il centro storico di Genova e la Ferrovia Retica.

Musei e gallerie

I musei italiani contengono alcune delle più importanti collezioni di reperti delle civiltà antiche. La collezione permanente del Museo Nazionale di Taranto offre uno dei più importanti approfondimenti sulla storia della Magna Grecia, mentre le collezioni archeologiche del Museo Nazionale Romano di Roma e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono considerate tra le migliori al mondo. Lo stesso vale per la collezione etrusca del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria di Perugia, per le sculture classiche dei Musei Capitolini di Roma e per la collezione egizia del Museo Egizio di Torino.

I grandiosi risultati artistici raggiunti dall’Italia durante il Rinascimento si riflettono nelle magnifiche collezioni della Galleria degli Uffizi, del Museo Nazionale del Bargello e di altre gallerie di Firenze. Oltre agli antichi maestri, gli Uffizi, galleria pubblica dal 1765, contengono capolavori di Michelangelo, Leonardo da Vinci, Botticelli, Piero della Francesca, Giovanni Bellini e Tiziano. Il Bargello ospita una superba collezione di scultura fiorentina, con opere di Michelangelo, Benvenuto Cellini, Donatello e dei Della Robbia. Palazzo Pitti ospita un’impressionante collezione di dipinti di Raffaello, insieme a circa 500 importanti opere del XVI e XVII secolo raccolte dalle famiglie Medici e Lorena.

Molte delle principali gallerie italiane si occupano principalmente del proprio patrimonio regionale. Ad esempio, la Pinacoteca di Brera a Milano è ricca di opere della scuola lombarda dell’Italia settentrionale, e le Gallerie dell’Accademia di Venezia sono il maggior esponente della pittura veneziana, così come la Pinacoteca Nazionale di Siena è di scuola senese. I Musei Vaticani, nell’enclave di Città del Vaticano, sono noti soprattutto per gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina, restaurati negli anni ’80 e ’90 in uno dei più ambiziosi progetti di conservazione intrapresi in Europa.

Un quarto dei musei italiani appartiene allo Stato, poco meno della metà agli enti locali e una piccola parte a enti pubblici, organizzazioni religiose e proprietari privati. Il numero di visitatori dei musei dipende dall’andamento generale del turismo, ma i singoli musei contano abitualmente milioni di presenze annue. All’inizio del XXI secolo, più di 5 milioni di persone all’anno sono passate dai Musei Vaticani e più di 1,5 milioni hanno visitato la Galleria degli Uffizi.

Biblioteche

Il sistema bibliotecario nazionale italiano è controllato dall’Ufficio centrale per i libri, i manoscritti e gli istituti culturali. Questo organismo supervisiona il lavoro di catalogazione e conservazione dei libri del Paese e controlla direttamente l’Archivio di Stato e circa 50 biblioteche statali. Le due principali biblioteche nazionali hanno sede a Roma e a Firenze. Il loro lavoro è supportato dalle principali biblioteche nazionali di Bari, Napoli, Venezia, Palermo e Milano e dalle loro filiali provinciali. Ognuna di esse si concentra in misura significativa sul patrimonio letterario della propria regione. Le biblioteche universitarie si occupano principalmente della promozione della ricerca accademica.

Istituti culturali

Accademie e società, che rappresentano una moltitudine di interessi, sono proliferate in Italia. In effetti, le accademie di belle arti hanno avuto origine in Italia. Ad esempio, l’Accademia di Belle Arti di Firenze fu fondata come Accademia delle Arti del Disegno nel 1563, mentre quella di Perugia risale al 1573. L’Accademia di San Luca di Roma era una corporazione di pittori, fondata nel 1577. La società colta più famosa d’Italia è l’Accademia Nazionale dei Lincei, di cui Galileo era membro. La società letteraria più illustre è l’Accademia della Crusca, fondata a Firenze nel 1582. Esistono anche molte società storiche e scientifiche, tra cui l’Accademia del Cimento, aperta a Firenze nel 1657. Le scuole straniere nate per lo studio dell’arte e della cultura italiana contribuiscono in modo significativo alla vita accademica italiana.

Sport e ricreazione

Per un Paese in cui solo una piccola percentuale della popolazione si dedica attivamente allo sport, l’Italia ha prodotto un numero impressionante di campioni nel ciclismo, nello sci, nella pallacanestro, nella pallanuoto, nella pallavolo e nel calcio. Particolarmente popolare è il calcio, che alcuni studiosi italiani sostengono sia stato inventato nell’Italia del XVI secolo con il nome di calcio e introdotto durante le feste del Palio di Firenze e Siena. Le squadre di calcio italiane si sono distinte a livello internazionale negli anni ’30 e dalla fine degli anni ’60 in poi. La nazionale ha vinto quattro volte la Coppa del Mondo, l’ultima delle quali nel 2006.

Anche le corse automobilistiche sono molto popolari in Italia e gli ingegneri e i piloti italiani hanno contribuito molto a questo sport. Le auto da corsa Ferrari, prodotte per la prima volta nel 1946, hanno vinto più di 5.000 gare importanti e stabilito molti record mondiali.

Gli atleti italiani hanno partecipato a tutte le Olimpiadi moderne. La città alpina di Cortina d’Ampezzo ha ospitato le Olimpiadi invernali del 1956, i Giochi estivi del 1960 si sono svolti a Roma e Torino ha ospitato i Giochi invernali del 2006. Tra gli olimpionici italiani si ricordano lo schermidore Edoardo Mangiarotti, il tuffatore Klaus Dibiasi, lo sciatore alpino Alberto Tomba e la sciatrice nordica Stefania Belmondo. Nel primo decennio del XXI secolo, l’Italia si è sempre classificata tra i primi 10 vincitori di medaglie ai Giochi estivi e invernali.

Media e e editoria

La legalizzazione delle emittenti locali indipendenti nel 1976 ha cambiato radicalmente il panorama dei media. Da allora il numero di giornali e riviste pubblicati è diminuito, mentre sono cresciuti i canali televisivi e radiofonici commerciali. Il settore radiotelevisivo è dominato dai tre canali statali della RAI e da tre grandi canali commerciali: Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Questi ultimi tre sono di proprietà di Fininvest. Questi ultimi tre sono di proprietà della Fininvest, una società multimediale controllata da Silvio Berlusconi, che ha costruito un monopolio virtuale nei settori della televisione privata, della pubblicità e dell’editoria prima di diventare primo ministro (1994; 2001-06; 2008-11). Il canale francese France 2 compete per gli spettatori dell’Italia settentrionale e centrale. Circa una dozzina di altre emittenti private lottano per assicurarsi il restante decimo dei telespettatori nazionali. La televisione italiana ha un numero di trasmissioni televisive tra i più alti dell’UE e produce il maggior numero di film. I game show e i cabaret ben finanziati proliferano sui canali principali, mentre i piccoli canali locali offrono un’offerta dominata da film e pubblicità prodotta localmente.

Il settore della televisione commerciale si è sviluppato in un vuoto legislativo per il primo decennio dopo il 1976. Ciò ha avuto effetti negativi su altri settori dei media. A causa dei suoi alti indici di ascolto, la televisione ha sottratto la maggior parte degli introiti pubblicitari al mercato abituale dei film e della stampa. Gli effetti furono particolarmente disastrosi per il cinema, ma anche giornali e riviste soffrirono per la mancanza di introiti pubblicitari. Poiché divenne sempre più difficile per gli editori gestire i propri giornali e riviste con profitto, questi vennero gradualmente acquisiti da grandi imprese industriali e commerciali, spesso con una certa compromissione della loro libertà editoriale. Negli anni ’90 la legislazione per la riorganizzazione dell’industria radiotelevisiva, per evitare la creazione di monopoli e per regolamentare le restrizioni alla stampa, si è rivelata molto controversa.

I principali quotidiani nazionali sono il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa e Il Giorno. I giornali locali e regionali sono particolarmente vitali in Italia, sottolineando ancora una volta la forza dell’identità regionale nella cultura italiana. Tra i quotidiani a maggiore diffusione ci sono le testate sportive La Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport.

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